FACCIVEDE’MAGAZINE
Intervista
a Valerio Perini: fotografo.
By Faccivede' mercoledì Agosto 5 2009
Valerio Perini è
un noto fotografo fiorentino che ha alle spalle numerosi anni di attività fotografica ma, soprattutto, una grande
quantità di vittorie ai più importanti concorsi internazionali. Tra questi l’Al-Thani Award 2006 nel Qatar, il Trierenberg
Super Circuit 2007 in Austria, la 12° Internazional Exbition a Lishui in China e il Photovernissage
2007 a
Rivne in Ucraina, e ancora nel 2008 Aqueducte e Reus in Spagna,
Algarve in Portogallo, Photovernissage in Ucraina.
Le foto di Valerio Perini sono state esposte dal 19
al 25 maggio al Kyoto City Museum”
in Giapppone.
Nella biografia del tuo sito scrivi che
“solo a 24 anni capisco realmente il significato di fotografia”. Cosa rappresentava
per te e come è cambiato da allora, dopo i molti
traguardi raggiunti, il tuo rapporto con essa.
In verità non ricordo bene
quando ho avuto tra le mani per la prima volta la mia Kodak Istant. Senza dubbio
quando sono partito a 19 anni per il servizio militare già
era nella mia valigia e successivamente nella tasca della mia mimetica pronta
a immortalare me e amici di “DIS”avventura. Ma è solo negli anni successivi
che mi sono reso conto che quella scatolina mi era un po’ stretta
poiché limitava la mia inconscia voglia di fare ritratti e anche
scenette a largo respiro. Conobbi nel frattempo un bravo fotografo di nome
“Loris”, il quale mi ha fatto mostrato il mondo attraverso la
sua reflex, con i vari obiettivi intercambiabili e, nello stesso tempo,
mi ha introdotto in quel magico universo della creatività personale
attraverso la tecnica del bianco nero, insegnandomi i trucchi della camera
oscura. Posso dire che quella è stata una vera
rivoluzione mentale, cambiava tutto il concetto della fotografia. Così da
acquistare la pellicola, portarla dal negoziante per lo sviluppo e restare in attesa per una settimana ad aspettare quello che avevo
fatto passai a costruirla in modo autonomo, svilupparla e stamparla in camera
oscura, praticamente percorrendo tutto l’iter completo. Adesso come concetto
è cambiato poco, nel senso che lavorando in camera chiara, cioè
al computer, si possono fare le stesse cose di allora e se lo scatto è
sbagliato non si può fare molto, pertanto il mio rapporto con la fotografia è
rimasto come allora: ODIO e AMORE, nel senso che se tutto va bene è amore, se
ho fatto qualche sbaglio in ripresa è odio.
Guardando le tue opere si ha la
sensazione di un fotografo che ama la strada, un catturare la vita nel suo
veloce fuggire. Raccontaci la tua filosofia dello scatto.
Anche se amo tantissimo la nuova tecnologia, cioè il digitale con annessi e connessi, il mio scatto
deve essere prevalentemente puro, magari interpretato come facevo in camera
oscura ma comunque non modificato rispetto alla realtà (mettendoci cose o
persone che in quello scatto non ci sono). Chiaramente molto dipende dal mio
stato d’animo. Quando vado a far foto se con la
mente sono altrove difficilmente potrò fare uno scatto interessante, perché
non avrò potuto vedere l’immagine che mi si creava nella mente. Infatti quando vado a giro ho spesso chiaro quello che
voglio fare, ed è solo così che cerco di sforzarmi nel trovare soluzioni
adatte per la realizzazione.
Componi le immagini in modo estremamente naturale, senza forzature….quanto
spazio lasci alla postproduzione e al fotoritocco?
Come ho già detto
sopra, agisco come facevo in camera oscura. Dal momento che
scatto in RAW, con tutti i parametri a zero, necessariamente devo fare postproduzione e interpretare lo scatto secondo il mio
modo di pensare, che può essere anche vicino ad uno stile quasi pittorico.
Devo dire che il digitale mi ha dato un grande aiuto
perché dopo la lavorazione ho un file che posso sempre stampare nello stesso
modo e non come succedeva nel passato quando una fotografia, se ristampata il
giorno dopo, risultava diversa e ogni laboratorio la realizzava a modo suo e
comunque di un colore diverso.
La fotografia è da sempre la tua più grande passione…hai mai pensato di farla diventare una
professione? Perché non hai intrapreso questa carriera professionale…di certo
non si può dire che non ci fossero il talento o i
risultati…
Ho avuto una proposta interessante negli anni
‘80 ma la mia giovane età e la mia poca cultura del mondo professionistico mi
ha indotto ad aver paura nel compiere questo passo.
Credo sia cambiato poco, infatti anche adesso in
Italia non ci sono grandi mercati e soprattutto non c’è la cultura di
acquistare fotografie. Gli investimenti interessano perlopiù la pittura e,
anche se questa potrebbe essere di bassa qualità, comunque
l’acquirente ha la sensazione e la convinzione di aver fatto un investimento,
anche perché media e critici hanno sempre difeso e sostenuto questo tipo di
arte. Per la fotografia succede l’esatto opposto, nessuno è mai sceso in
campo per far conoscere questo mezzo espressivo ed artistico così da
valorizzarlo, cosa che invece è successo e succede
in altri Paesi come Francia, Inghilterra e Stati Uniti. Anche
recentemente sono stato contattato più volte, ma come ho già detto prima, il
mercato non è cambiato e il valore dell’immagine è sempre in discesa, anzi
per quanto riguarda il nostro Paese a me pare che le cose siano anche molto
peggiorate.
Hai partecipato e vinto numerosi
concorsi nazionali e internazionali che ti hanno permesso di entrare in
contatto con realtà fotografiche probabilmente molto differenti da quella
locale…quale ti ha affascinato di più? Quale degli eventi a cui hai partecipato ricordi con più emozione.
Dopo la mia premiazione alla presenza del Ministro
Al-Thani nel Qatar che è stata
la mia prima grandissima emozione, nel novembre scorso ho avuto la fortuna di
essere invitato dalla “China Photographers Association” a partecipare ai festeggiamenti del 50°
dell’attività del “Guangdond Photographers
Association”. Ho vissuto una settimana di grandi
eventi fotografici e di grandi spettacoli e nella
giornata delle celebrazioni del Fotoclub
festeggiato hanno partecipato fisicamente migliaia di fotografi cinesi. Avrò
sempre queste immagini nel cuore e negli occhi, soprattutto ho trovato in
queste persone un culto e un rispetto inimmaginabile per la fotografia, cosa
che personalmente non ho mai notato o ho trovato
dalle nostre parti dove tutto viene sottovalutato e consumato in poche ore se
non minuti.
In una recente visita ad alcuni foto club livornesi hai dichiarato “Ogni scatto
è una sfida con la fotografia”…una sfida che mi sembra tu abbia vinto in
pieno. Dopo tutti i successi nei più vari concorsi internazionali, dagli
Emirati Arabi alla Cina…Quale sarà il prossimo
obiettivo di Valerio Perini?
Nonostante stia vivendo un buon momento
fotografico, ho almeno tre “GRANDI” sogni nel cassetto che chiaramente non posso dire. Interessano tutti e tre l’estero e ci sto lavorando con molta cura e con tutte le mie forze. Qualora riuscissi nell’intento, sareste sicuramente i
primi a saperlo, questa è una promessa.
http://www.perinivalerio.it
Intervista di Francesca Mazzoni.
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